Marchi collettivi

Il marchio collettivo ha la funzione di garantire l'origine, la natura e la qualità dei prodotti contrassegnati e può contenere dei nomi geografici.

In una nazione come l’Italia, che deve le sue fortune imprenditoriali soprattutto alle produzioni di qualità, il marchio collettivo si presta ad essere uno strumento di tutela del made in Italy, con un beneficio per tutti gli operatori economici dei settori nei quali esso viene ad essere utilizzato.

Il marchio collettivo, infatti, può essere registrato da tutti quegli enti o associazioni che abbiano il fine di garantire l'origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi, per poi essere concesso in uso, secondo le norme dei rispettivi disciplinari, ai produttori e/commercianti che ne facciano richiesta. Questi ultimi, pur rimanendo in concorrenza fra loro, ne ricaveranno comunque collettivamente un beneficio, potendo affiancare al loro marchio d’impresa anche una certificazione di qualità.

La particolarità di questo genere di marchio è che per concerne l'obbligo, da parte di chi lo deposita, di accompagnare alla domanda di registrazione del marchio collettivo un regolamento d'uso (il contenuto è liberamente statuito dal titolare) nel quale devono essere indicati tra le altre cose, i requisiti (ed eventualmente anche la zona geografica di appartenenza) dei soggetti che potranno utilizzare il marchio collettivo, oltre agli standard qualitativi, ai procedimenti produttivi ecc.., nel rispetto dei quali devono essere fabbricati o ottenuti i prodotti che recheranno quel segno.

Il titolare ha facoltà esercitare i poteri di controllo e, in caso di violazione di una norma statuita, applicare le sanzioni previste dal regolamento nei confronti degli imprenditori che usano il marchio collettivo.
Questo marchio viene utilizzato da associazioni o consorzi di produttori appartenenti ad una determinata zona geografica per promuovere i prodotti tipici del luogo.

 

Ultima modifica: Lunedì 30 Ottobre 2023